Idrocefalo e Grave Cerebrolesione - I
La Grave Cerebrolesione Acquisita (GCA) può essere complicata dall’insorgenza dell’idrocefalo, cioè dall’aumento di volume del liquido cefalo-rachidiano all’interno delle cavità ventricolari cerebrali, che generalmente determina anche un incremento della pressione intracranica.
La sintomatologia dell’idrocefalo è di difficile interpretazione a causa della minima o assente funzionalità cognitiva dei pazienti con GCA in fase acuta e la diagnosi è spesso tardiva, avvenendo spesso solo nella fase post-acuta, durante la riabilitazione intensiva. L’idrocefalo è una complicanza che interferisce sull’esito riabilitativo, ma è trattabile chirurgicamente attraverso l’impianto di una “Derivazione Ventricolo-Peritoneale”, detta anche “Shunt Cerebrale”, cioè di un tubo di drenaggio provvisto di valvola, che convoglia in sede extra-cranica il liquor prodotto in eccesso.
Questo studio si propone di analizzare i casi dei pazienti con GCA ricoverati in passato presso l’Istituto di Montecatone in un periodo di circa 10 anni, già trattati per idrocefalo in fase acuta presso l’ospedale di provenienza, oppure sottoposti a chirurgia presso la UO di Neurochirurgia dell’Ospedale Bellaria di Bologna per idrocefalo insorto durante il periodo riabilitativo a Montecatone.
Rappresentano obiettivi di questa ricerca l’individuazione dei fattori predittivi dell’idrocefalo secondario a GCA e le correlazioni tra tempo di ricovero, esito riabilitativo, precocità di impianto della Derivazione Ventricolo-Peritoneale e tipo di valvola impiantata (fissa o regolabile). Si vogliono inoltre analizzare le eventuali complicanze post-chirurgiche insorte.
Ricercatore responsabile
Giovanna Barbara Castellani, UOC Area Critica
Collaboratori
UOC Neurochirurgia Ospedale Bellaria di Bologna
Finanziatore
Progetto autofinanziato
Anno conclusione
2021