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Giochi Paralimpici, in gara tre ex pazienti dell’Istituto

Sono tre gli ex pazienti del nostro Istituto impegnati dal 28 agosto all’8 settembre ai prossimi Giochi Paralimpici di Parigi: Carlotta Ragazzini, Giada Rossi e Stefano Travisani. A loro dedicheremo, da domani, altrettanti approfondimenti.


Sono tre gli ex pazienti del nostro Istituto impegnati dal 28 agosto all’8 settembre ai prossimi Giochi Paralimpici di Parigi: Carlotta Ragazzini, Giada Rossi e Stefano Travisani. A loro dedicheremo, da domani, altrettanti approfondimenti. Un’occasione importante anche per ribadire, oggi, come dettaglia Roberta Vannini, coordinatrice del programma Riabilitazione tramite Gesto Sportivo, l’importanza dello sport.

“Esso – dice – offre alle persone che lo praticano numerosi benefici: neuromuscolari, psicologici e sociali. L’inserimento del gesto sportivo all’interno del Progetto personalizzato di riabilitazione del paziente (RGS) qui a Montecatone ha lo scopo di utilizzare i benefici dello sport al fine di incrementare i risultati del programma riabilitativo. In particolare, l’utilizzo del gesto sportivo in modo mirato e specifico, ha l’obiettivo di aumentare la capacità di reazione, la forza e il tono muscolare, la resistenza allo sforzo e la capacità cardiorespiratoria, il controllo del tronco, la coordinazione e la sicurezza nella gestione della carrozzina”.

Vannini aggiunge al proposito che “nei pazienti mielolesi è fondamentale l’aspetto psicologico dell’utilizzo del gesto sportivo: stimola la persona ad affrontare le difficoltà, favorisce l’aggregazione ed i rapporti sociali, contribuisce alla costruzione o ricostruzione della propria personalità permettendo alla persona di sperimentare le proprie potenzialità e di scoprire nuovi orizzonti e attività possibili”.

Il Progetto riabilitativo prevede l’eventuale inserimento dei pazienti in diverse discipline sportive: nuoto, tennis, basket, scherma, tiro con l’arco, tiro a segno con pistola e carabina ad aria compressa, ping-pong, uniciclo e golf. L’attività richiede luoghi disponibili – per lo più all’esterno dell’ospedale – e competenze tecniche specifiche. “L’Istituto – conclude Vannini – si avvale della collaborazione del Comitato Italiano Paralimpico (CIP) per ciò che riguarda il reperimento di attrezzature, luoghi di svolgimento e personale tecnico specifico”.

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