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Delicato stress-test per il personale dell’Istituto Attivati contatti per garantire la continuità assistenziale

L’adesione di alcuni operatori di Montecatone ai bandi di assunzione delle strutture pubbliche e le assenze per positività stanno mettendo la struttura sotto pressione | Ribadito dalla Direzione Generale l’invito «ad adottare massima precauzione anche nei comportamenti privati»


La Direzione dell’Istituto di Montecatone, recepiti gli esiti delle più recenti attività diagnostiche Covid19, che hanno evidenziato casi di positività tra infermieri, operatori sociosanitari, fisioterapisti e medici (19 in tutto con 2 attestati di guarigione), ha attivato contatti con i referenti della sanità provinciale e regionale per individuare soluzioni atte a garantire, anche nelle prossime settimane, la piena continuità terapeutico – assistenziale ai propri pazienti.

In questi giorni, infatti, la pianta organica, soprattutto sul versante infermieristico, è sottoposta a un delicato stress-test causato non tanto e non solo dalla pandemia – il rapporto tra positivi e personale in servizio resta infatti largamente al di sotto delle medie regionale e nazionale – quanto dall’adesione di alcuni operatori di Montecatone ai bandi di assunzione proposti dalle strutture sanitarie pubbliche. Un problema tutt’altro che recente, di non facile soluzione, che trova motivazioni distanti dall’altissimo livello qualitativo e dal prestigio di cui l’Istituto gode in tutto il Paese, cui era stata contrapposta, a fine agosto, concretamente, la firma dell’accordo tra Istituto e Organizzazioni Sindacali per la stabilizzazione del personale assunto a tempo determinato.

Della procedura, come forse si ricorderà, avevano usufruito, su base volontaria, tutte le figure professionali e/o i ruoli di inquadramento in organico – prevalentemente fisioterapisti e infermieri – fatto salvo il superamento del periodo di prova, da svolgersi dopo la selezione. Il combinato disposto con la pandemia, però, ha riportato d’attualità una situazione particolarmente delicata, soprattutto in questo frangente emergenziale. Su questo è nuovamente intervenuta la Direzione Generale che ha ribadito l’invito a quanti accedono alla struttura «ad adottare la massima precauzione anche nei comportamenti privati». Struttura alla quale, da venerdì 13 novembre, e per due settimane con possibilità di proroga, non possono accedere, anche negli spazi esterni, a parenti e visitatori.

Infine, sul fronte delle attività di test disposte dalla Direzione – due da inizio ottobre – è emersa la positività di sette pazienti; due sono stati trasferiti al Sant’Orsola di Bologna mentre in struttura, in area compartimentata, ne restano ricoverati cinque, asintomatici o paucisintomatici.

 

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