Eventi aperti al pubblico

A Bologna la presentazione del volume “Le Parole che non ti aspetti” scritto da Laura Calzà e Marco Trabucchi

Sarà presentato il 1 dicembre prossimo a Bologna, alla Biblioteca del Mulino in vicolo Posterla alle ore 17, il libro “Le parole che non ti aspetti – Il lento svanire della mente: le demenze fra dimensione biologica, clinica, sociale e spirituale” scritto da Laura Calzà, professore all’Università di Bologna, direttore delle Attività di Ricerca del MRI e Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Alzheimer assieme a Marco Trabucchi, Direttore Scientifico Gruppo di Ricerca geriatrica di Brescia e consigliere della Fondazione.

Dopo i saluti iniziali di Romano Prodi – il volume è dedicato alla memoria della moglie Flavia Franzoni, componente del Comitato scientifico – interverranno Stefano Montalti, Presidente Fondazione Maratona Alzheimer, gli autori e Vasco Errani, già Presidente della Regione Emilia-Romagna – con un ricordo su Giovanni Bissoni. Modererà Ferruccio de Bortoli, già direttore del Corriere della Sera e del Sole 24 Ore e Presidente Vidas.

«Sono tanti i libri sulle demenze, rappresentati da parole – scrivono gli autori – che sempre si rincorrono: malattia, memoria, anziani, degenerazione, dimenticanza, assistenza, confusione ecc. Questo libro usa parole diverse, inusuali, per rappresentare la sfida di questa malattia per i nostri tempi: benessere, confini, diritti, discriminazione, dolore, doveri, farmaci, ospedale, reti, servizi, rischio, solitudine, sostenibilità. Rappresenta in questo modo l’approccio culturale che Fondazione Maratona Alzheimer vuole avere sulla malattia, considerandone tutte le dimensioni: biologica, spirituale, sociale. Quando infatti ad ammalarsi è l’organo della mente, e ciò che viene meno è la consapevolezza di sé e la capacità di interazione sociale, è necessario parlare della malattia non solo in termini clinici e biologici, ma ripensando ai fondamenti della natura umana. A questo vanno aggiunti valori quali solidarietà, empatia, compassione, assieme al dovere di rappresentare e proteggere le fragilità».

 

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